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Redazione Sanitelgest 01/11/19
Anziani : Distacco dalla società. Necessaria maggiore inclusione
La società di oggi è in continua evoluzione ed è cambiata molto rispetto a vent’anni fa, apportando dei veri e propri cambiamenti nello stile di vita degli Italiani. I cambiamenti avvengono in maniera repentina e, molto spesso, non si riesce a stare al passo con i tempi, accentuando il rischio di “rimanere indietro”. Da questo punto di vista possiamo dire di vivere in una società che sempre di più si sta dotando di strumenti di comunicazione e inclusione, ma in cui invece, in realtà, i casi di esclusione sono più di quelli che pensiamo.
Chi ne risente di più sono “gli anziani” che li vede protagonisti, una fetta importante della nostra Nazione. Chiediamoci il perché.
Innanzitutto perché, come dimostrano i dati, l’aspettativa di vita in Italia è elevata ed è destinata a salire ulteriormente. Ciò sta a significare che l’Italia vedrà crescere il numero di persone “anziane”, nel corso dei prossimi anni, diventando una nazione di seniors. E se a questo aggiungiamo il fatto che invece il tasso di natalità è confermato in diminuzione, la situazione degli anziani nella società di oggi si propone come un tema importante anche per il futuro. Ma oltre a queste considerazioni, ci sono altre domande che è lecito porsi. Parliamo di “anziani”, ma quando inizia effettivamente la condizione di anzianità nella nostra società? E soprattutto, qual è il ruolo degli anziani nella società moderna?
Essere anziano oggi è diverso rispetto al passato anche più recente. In particolare, è proprio la condizione stessa dell’anzianità ad essere mutata. Fino a pochi anni fa i sessantenni potevano essere considerati “anziani”, mentre oggi è difficile farli rientrare in questa categoria, o in generale fare qualunque categorizzazione di questo tipo, vista appunto l’aspettativa di vita in continua crescita. Una persona che fino a dieci anni fa poteva essere considerata anziana, oggi può vivere nel pieno del suo benessere psico-fisico, essere inserita nella realtà lavorativa quotidiana della propria comunità e della propria famiglia, ma puntualmente ciò non avviene. Oggi giorno il termine “anziano” non deve e non può avere una connotazione negativa, andando cioè ad indicare una categoria di persone inattive, che in nessun modo possono contribuire al benessere della società, anzi…..
Un primo problema si pone però a questo punto: ma se una persona anziana, per problemi di salute, sia fisici sia psicologici, o per cambiamenti importanti nella sua vita, non riuscisse ad essere nel pieno della sua forma, ad essere autonoma o a vivere serenamente?
Cosa le succederebbe nella società di oggi, in cui la sua condizione potrebbe rappresentare l’eccezione alla regola generale del benessere?
Accade spesso, solo per fare qualche esempio, che molte persone arrivino alla pensione e si ritrovino destabilizzate da un cambiamento di vita così importante: passare da giornate organizzate sempre in una certa maniera, con al centro il lavoro, ad avere molte ore libere, può talvolta sortire l’effetto opposto a quello atteso, e cioè non dare un nuovo senso di libertà, ma lasciare in uno stato di smarrimento che a lungo andare può talvolta trasformarsi in depressione.
Nelle situazioni più estreme casi, come questi comportano un vero e proprio distacco dalla società e dalla realtà della persona anziana, che non si sente al passo con i tempi, non riesce a trovare il suo “posto” nel mondo e a sentirsi parte integrante della comunità.
A questo si aggiunge, purtroppo, una condizione che viene molto spesso associata all’anzianità: “quella della solitudine”.
In una società sempre in movimento, in cui tra studio e lavoro quasi tutti i componenti della famiglia hanno la giornata completamente impegnata, una persona anziana può facilmente trovarsi a trascorrere molto tempo da sola. Se da un lato questo potrebbe voler dire maggiori occasioni di socializzare con membri esterni alla famiglia, dall’altro, specialmente per persone con problemi di salute o di mobilità, la solitudine può portare ad un disagio molto profondo.
Per una persona non autosufficiente, stare da sola 24 ore su 24 è sostanzialmente impossibile, e allora ecco che possono subentrare un senso di inutilità, inattività, abbandono a se stessi. E attenzione, non essere autosufficienti non significa necessariamente avere patologie molto gravi, che per esempio costringono la persona a letto tutto il giorno o in ospedale.
Potrebbe anche trattarsi solo di problemi di mobilità, dovuti all’avanzare dell’età, che però impediscono una deambulazione sicura all’interno della propria abitazione, e quindi necessitano di assistenza. Ma anche nel caso di persone pienamente autonome, la condizione della solitudine può rivelarsi frustrante e debilitante, se non si hanno gli strumenti per affrontarla e superarla.
È evidente però, a questo punto, che da una parte si parla dell’anzianità come di una condizione non connotabile negativamente, in un mondo dove l’aspettativa di vita è in continua crescita; dall’altra purtroppo non sono scomparsi i problemi che le persone anziane possono trovarsi ad affrontare in momenti di difficoltà o in generale nel loro percorso di vita.
Il modo migliore per arrivare alla cosiddetta “terza età” senza problematiche che riguardano la salute è senz’altro quello di mantenere, negli anni, uno stile di vita sano.
Ma oltre ai problemi fisici, possono presentarsi anche problemi di carattere psicologico e sociale. In questi casi, la migliore soluzione è cercare di mantenere vive le relazioni sociali.
Molte persone anziane, per esempio, anche se in pensione, decidono di continuare a lavorare, seppur a tempo ridotto, perché magari il loro lavoro era anche un hobby, o perché hanno una loro attività. Altre decidono di prendere parte alla vita pubblica della comunità, facendo volontariato o partecipando alla vita politica.
Aggiungiamo anche, che le persone anziane nella società di oggi hanno da questo punto di vista un duplice ruolo, fondamentale e importantissimo: da una parte aiutano i loro figli, sia a livello economico sia pratico, a gestire impegni lavorativi e famiglia, badando spesso ai nipoti e arrivando loro stessi, in questo modo, a fornire assistenza. Dall’altra parte, le persone anziane rappresentano una risorsa di memoria ed esperienza inestimabile, che a livello educativo può formare le giovani generazioni di oggi come nessun altro potrebbe fare.
Insomma, se è vero che anche in una società dove ci si aspetta di vivere a lungo e in salute gli anziani devono comunque fronteggiare delle problematiche non di poco conto, esistono tuttavia delle soluzioni e delle attività che possono aiutare concretamente chi è in difficoltà.
Non dobbiamo però distogliere l’attenzione da questa tematica, perché ci riguarda tutti, indirettamente prima e direttamente dopo, con l’avanzare dell’età.
La speranza concreta è che con il passare del tempo si possa parlare sempre più di inclusione e soluzioni, e meno di esclusione e difficoltà.
La soluzione a tutto questo è Sanitelgest, che riesce a star al fianco dei nostri nonni o dei nostri malati contando su una varietà di servizi socio sanitari o di compagnia o di accompagnamento o anche attraverso il centro di ascolto che vuole essere lo strumento per dare voce a chi voce non ne ha.
Noi di Sanitelgest mettiamo i loro bisogni e le loro difficoltà al primo gradino.
Diciamo, infatti che la loro Dignità deve essere salvaguardata e rispettata.
Dott.ssa Scopelliti Domenica