In Italia sono più di 7 milioni le persone che assistono regolarmente figli o altri parenti perché malati, disabili o anziani.
Secondo l’ISTAT, la quota di caregiver è notevolmente aumentata negli ultimi anni. Dal 1998 al 2016 si è assistito ad un aumento di oltre dieci punti percentuali: si è passati dal 22,8% al 33,1%, con una sproporzione di genere a svantaggio delle donne (35,4% vs 30,7% di uomini caregiver).
Ad un aumento del bisogno e quindi della richiesta, però, non è seguito un aumento nell’offerta di supporto da parte dello Stato. Se infatti è vero che dal 1992 è in vigore la legge 104, normativa di riferimento per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con handicap, che fornisce agevolazioni in ambito lavorativo al familiare che assiste con continuità un parente con problemi “riconosciuti”, questa non sempre basta a garantire un sostegno adeguato alle famiglie con una persona con disabilità o malattia inguaribile.
A questo punto per forza di cose entra in gioco la Famiglia che se ne fa carico con il supporto, molto spesso, di organizzazioni private che riescono a sopperire a tutte le mancanze di servizi alla persona che provengono dal Pubblico, non essendo capaci a soddisfare quelle che sono le reali esigenze dell’assistito
La famiglia, pertanto, rappresenta spesso la prima risorsa di sostegno per l’assistito. In molti casi, i familiari si occupano non solo della gestione della vita quotidiana, ma anche di offrire un supporto emotivo e un senso di appartenenza, indispensabile per il benessere psicologico dell’assistito. Sostenere un proprio caro a casa richiede di creare un equilibrio tra quelle che sono le necessità dell’assistito e quelle dei familiari. Spesso la quantità e il tipo di assistenza forniti dai familiari dipendono dalle risorse economiche, dalla struttura familiare, dalla qualità delle relazioni e da altre esigenze riguardanti il tempo e l’energia dei familiari stessi.
Svolgere un ruolo attivo nell’assistenza domiciliare, per la Famiglia, può essere più agevole seguendo alcune buone prassi come quello di mantenere un ritmo regolare dei pasti che è importante per la salute e il benessere psicofisico del paziente; programmare momenti dedicati a letture, attività leggere o esercizi semplici per aiutare a mantenere attive le abilità cognitive e motorie e momenti di riposo.
Ascoltare e comunicare in modo empatico è uno degli strumenti più potenti per trasmettere al proprio caro la sensazione di sentirsi curato e, di conseguenza, per aumentare la sua fiducia e incoraggiare la sua serenità. Ascoltare con empatia significa porsi con un orecchio attento ai suoi bisogni, far capire che si è interessati a Lui. Prestare attenzione ai suoi bisogni, ai suoi desideri e ai suoi timori. Mantenere un tono tranquillo e paziente, evitando discussioni, è essenziale per ridurre lo stress. Invitare l’assistito a esprimere i propri sentimenti riduce il senso d’isolamento e favorisce la fiducia.
Stress dell’assistenza
Sebbene l’assistenza agli anziani possa essere molto gratificante, può tuttavia avere anche effetti negativi. I familiari che prestano assistenza possono vivere un notevole stress e conseguentemente accusare problemi di salute, isolamento, affaticamento e frustrazione, che portano talvolta a un senso di impotenza e di esaurimento (esaurimento psicofisico dell’assistente) o al maltrattamento dell’anziano. L’impatto sull’assistente sarà probabilmente maggiore quando un anziano presenta una malattia grave e/o una grave disabilità e richiede maggiore assistenza.
Pertanto si consiglia a chi si occupa del proprio caro di
· Occuparsi dei propri bisogni fisici, emotivi, ricreativi, spirituali e finanziari.
· Nei momenti adatti, chiedere aiuto per l’assistenza prestata a Società esatte o chiedere supporto psicologico ad altri parenti e ad amici.
· Informarsi su gruppi esterni che possano offrire supporto psicologico (come i gruppi di supporto) o che possano aiutare con l’assistenza all’anziano (quali strutture di consulenza, assistenza domiciliare, assistenza giornaliera per anziani, programmi di fornitura dei pasti e assistenza sostitutiva)
· Se il familiare è ostile o difficile, apprendere strategie per non farne una questione personale e riuscire a far fronte allo sforzo emotivo.