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Giugno 25, 2025

MALATTIA DI PARKINSON, QUALI SONO I CAMPANELLI D’ALLARME?

MALATTIA DI PARKINSON E CAMPANELLI D’ALLARME

Oggi In Italia sono circa 300mila le persone con malattia di Parkinson, e purtroppo questo numero è destinato ad aumentare. Nei prossimi 15 anni si stima che si arriverà a 6.000 nuovi pazienti l’anno, di cui la metà colpiti ancora in età lavorativa. La malattia di Parkinson (MP) è il secondo disordine neurodegenerativo, in termini di frequenza, dopo la malattia di Alzheimer. Nei paesi industrializzati ha un’incidenza di circa  12/100000 persone all’anno con una prevalenza, di circa 2 milioni di individui affetti.

Le persone affette dalla Malattia di Parkinson è una condizione che si manifesta quando la produzione di dopamina (il neurotrasmettitore che regola numerose funzioni dell’organismo, come il controllo del movimento, il comportamento, l’umore e il ritmo del sonno, memoria), cala in maniera considerevole a causa della degenerazione di neuroni in un’area chiamata “sostanza nera”. 

Tuttavia per quanto il Parkinson è una malattia che condiziona in maniera evidente la capacità di muoversi  spesso è silente con sintomi non riconoscibili

Come si manifesta il Parkinson?

Spesso la Malattia di Parkinson si manifesta con sintomi aspecifici, campanelli di allarme da non sottovalutare che, a volte, si manifestano molto prima rispetto alla comparsa della patologia. Tra i piccoli segnali precoci che potrebbero anticipare lo sviluppo del Parkinson troviamo:

· Perdita di espressività definita La perdita di espressività, conosciuta come “ipomimia,” è un sintomo comune nei pazienti affetti da Parkinson. Questa manifestazione riguarda principalmente il volto e può comportare una significativa riduzione della gamma di espressioni facciali. Le persone con Parkinson possono apparire meno animate o meno coinvolte emotivamente, anche quando provano sentimenti forti.

Le cause di questa perdita di espressività sono legate ai cambiamenti neurologici che accompagnano la malattia, in particolare alla degenerazione dei neuroni dopaminergici nelle aree del cervello che controllano il movimento e l’espressione facciale. Questo può portare a una riduzione della capacità di utilizzare i muscoli facciali, rendendo più difficile esprimere emozioni attraverso il viso.

La perdita di espressività può influenzare le interazioni sociali e la qualità della vita dei pazienti. Per affrontare questo problema, alcune terapie possono essere utili, come la logopedia, che può aiutare a migliorare le capacità espressive attraverso esercizi specifici. La terapia occupazionale e le tecniche di rilassamento possono anche contribuire a alleviare alcuni dei sintomi associati alla rigidità muscolare e alla mancanza di espressività.

Se hai bisogno di ulteriori informazioni o dettagli specifici, non esitare a chiedere.

· Modifica nel tono della voce ovvero . La malattia di Parkinson può influenzare la modulazione della voce e la qualità del linguaggio. Le persone affette da Parkinson spesso mostrano cambiamenti nel tono della voce, che possono includere:

Voce monotona: La mancanza di variazioni nel tono e nell’inflessione, che può rendere il discorso meno espressivo.

Diminuzione del volume: La voce tende a diventare più sottile e potrebbe essere più difficile da udire, portando a parlare a bassa voce.

Difficoltà di articolazione: I muscoli coinvolti nella produzione della voce possono perdere tono, causando scarsa chiarezza nel parlare.

Tremore vocale: In alcune persone, la voce può tremare o avere un’oscillazione.

Per affrontare questi cambiamenti, sono utili esercizi di logopedia e tecniche per migliorare la qualità vocale. Questi possono includere esercizi di respirazione, pratiche per aumentare il volume e tecniche per variare il tono e l’inflessione durante il parlare. È sempre consigliabile consultare un professionista della salute, come un logopedista, per un piano personalizzato. · Senso dell’olfatto compromesso. Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce principalmente il sistema motorio, ma può avere anche effetti su vari aspetti sensoriali e cognitive. Tra questi, il senso dell’olfatto è spesso compromesso nei pazienti affetti da Parkinson.

La perdita dell’olfatto, nota come anosmia, può presentarsi anche prima dell’insorgenza dei sintomi motori classici della malattia, come tremore e rigidità muscolare. Questo sintomo può quindi essere considerato uno dei segnali precoci della malattia.

Il meccanismo alla base di questa compromissione olfattiva può essere legato alla degenerazione dei neuroni dopaminergici, ma anche a alterazioni nel sistema nervoso centrale e nelle vie di trasmissione olfattiva. Infatti, è stato osservato che le strutture cerebrali coinvolte nella percezione degli odori, come il bulbo olfattivo e le aree corticali ad esso collegate, possono mostrare alterazioni nei pazienti parkinsoniani.

La valutazione della funzione olfattiva può essere utile nei percorsi diagnostici e nel monitoraggio della malattia. Inoltre, la perdita dell’olfatto può influenzare la qualità della vita dei pazienti, poiché essenziale per molte esperienze quotidiane, come il piacere del cibo.

In conclusione, la compromissione del senso dell’olfatto è un aspetto rilevante da considerare nella gestione del morbo di Parkinson, sia per la sua importanza diagnostica che per il suo impatto sulla vita quotidiana dei pazienti.

· Difficoltà a controllare i movimenti delle braccia 

La difficoltà a controllare i movimenti delle braccia è uno dei sintomi comuni del morbo di Parkinson. Questa condizione neurologica degenerativa colpisce principalmente il sistema motorio e porta a una serie di problemi motori, tra cui:

Tremore: In molti pazienti, si osserva un tremore a riposo che può interessare le braccia e le mani.

Rigidità muscolare: La rigidità nei muscoli può ridurre la fluidità dei movimenti, rendendo difficile l’esecuzione di azioni quotidiane.

Bradicinesia: I pazienti spesso sperimentano una notevole lentezza nei movimenti, con difficoltà a iniziare o a completare i movimenti delle braccia.

Problemi di coordinazione: La coordinazione tra braccia e altre parti del corpo può risultare compromessa, influenzando attività come scrivere, mangiare o allacciarsi le scarpe.

Postura e stabilità: La postura inclinata in avanti e la perdita di equilibrio possono influenzare il modo in cui un individuo controlla i propri movimenti.

La gestione di questi sintomi può includere una combinazione di terapia farmacologica (come la levodopa), terapia fisica e occupazionale, e, in alcuni casi, interventi chirurgici come la stimolazione cerebrale profonda. È sempre consigliabile consultare un neurologocon esperienza nel trattamento del morbo di Parkinson per adottare un piano terapeutico personalizzato.

· Stati di indifferenza emotiva L’indifferenza emotiva, o apatia, è un sintomo comune nel morbo di Parkinson e può manifestarsi in vari modi. I pazienti possono apparire meno coinvolti nelle attività quotidiane, mostrare una ridotta reattività emotiva e avere difficoltà a esprimere emozioni sia positivamente che negativamente. Questo fenomeno può influenzare la qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari.

Cause dell’indifferenza emotiva nel morbo di Parkinson

Cambiamenti neurologici: La malattia di Parkinson comporta la degenerazione di determinate aree del cervello, inclusi i circuiti dopaminergici, che sono coinvolti nella regolazione delle emozioni e della motivazione.

Farmaci: Alcuni farmaci utilizzati per trattare il Parkinson possono contribuire a sintomi di apatia o indifferenza emotiva.

Comorbidità psicologiche: Ansia e depressione sono comuni nei pazienti con Parkinson e possono contribuire alla riduzione dell’espressione emotiva.

Manifestazioni

Diminuzione dell’interesse per le attività precedentemente gradite.

Mancanza di iniziativa nel partecipare a interazioni sociali.

Ridotto livello di emozioni espresse, come sorrisi o risate, anche in situazioni appropriate.

In generale, una sensazione di “piattezza” emotiva.

Strategie di gestione

Supporto psicologico: La terapia cognitivo-comportamentale e altre forme di supporto psicologico possono aiutare a migliorare la motivazione e la qualità della vita.

Interventi farmacologici: A volte, l’ottimizzazione della terapia farmacologica può aiutare a gestire i sintomi di apatia.

Attività strutturate: L’incoraggiamento a partecipare a attività sociali e ricreative può contribuire a stimolare l’interesse e l’engagement.

Educazione e supporto per i caregiver: Fornire informazioni e strategie ai caregiver può migliorare la dinamica familiare e supportare meglio il paziente.

È importante che i pazienti e le loro famiglie discutano di questi sintomi con un medico per esplorare le migliori opzioni di trattamento e supporto. 

·        Mutamento nella sudorazione Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso, causando una serie di sintomi motori e non motori. Un aspetto meno discusso, ma significativo, è il cambiamento nella sudorazione che può verificarsi nei pazienti affetti da questa patologia.

Cambiamenti nella sudorazione nel morbo di Parkinson

Iperidrosi: Alcuni pazienti possono sperimentare un aumento della sudorazione (iperidrosi), che può essere localizzato o diffuso. Questo può risultare scomodo e influire sulla qualità della vita.

Anidrosi: Al contrario, in alcuni pazienti, può verificarsi una riduzione della sudorazione (anidrosi) in alcune parti del corpo. Questo è spesso dovuto a una disfunzione del sistema nervoso autonomo, che regola le funzioni involontarie del corpo, inclusa la sudorazione.

Alterazioni nella sudorazione durante il trattamento: I farmaci utilizzati per gestire i sintomi del morbo di Parkinson, come gli agonisti della dopamina e gli inibitori della monoamino ossidasi B, possono influenzare la sudorazione, portando a ulteriori variazioni nei livelli di sudore.

Impatto delle comorbidità: È importante considerare che i pazienti con Parkinson possono avere altre condizioni mediche che possono influenzare la sudorazione, come il diabete o problemi alla tiroide, nonché effetti collaterali dovuti ad altri farmaci.

Gestione

La gestione dei cambiamenti nella sudorazione può includere strategie come:

Cambiamenti nello stile di vita: Adottare abbigliamento adeguato e mantenere un ambiente temperato può aiutare.

Trattamenti topici: L’uso di antitraspiranti può essere efficace per gestire l’iperidrosi.

Consultazioni mediche: È fondamentale che i pazienti parlino con i propri neurologi o medici riguardo a questi sintomi, in modo da esplorare le opzioni di trattamento più adatte.

In sintesi, i cambiamenti nella sudorazione nel morbo di Parkinson possono fondamentalmente variare da individuo a individuo. È utile che i pazienti siano consapevoli di queste possibili alterazioni e ne discutano con i loro professionisti sanitari per trovare le strategie di gestione più appropriate.

· Ipotensione  L’ipotensione ortostatica è una condizione comune nei pazienti affetti dal morbo di Parkinson. Questa patologia neurologica colpisce il sistema nervoso autonomo, che regola molte funzioni corporee involontarie, inclusa la pressione sanguigna. Nei pazienti con Parkinson, il sistema nervoso autonomo può non funzionare correttamente, causando una diminuzione della pressione sanguigna quando ci si alza in piedi, una condizione nota come ipotensione ortostatica.

Sintomi e conseguenze:

I sintomi dell’ipotensione ortostatica possono includere vertigini, capogiri, svenimenti e, in alcuni casi, cadute. Questi sintomi possono essere particolarmente problematici nei pazienti anziani e possono compromettere la loro qualità della vita.

Gestione dell’ipotensione nel morbo di Parkinson:

Modifiche nello stile di vita:

Incrementare l’assunzione di liquidi.

Assumere sale extra, previo consiglio medico.

Evitare movimenti bruschi quando ci si alza da una posizione seduta o sdraiata.

Rimedi farmacologici:

Alcuni farmaci possono essere prescritti per aiutare a controllare l’ipotensione ortostatica. Questi possono includere la fludrocortisone o una combinazione di altre terapie.

Monitoraggio medico:

È fondamentale mantenere un dialogo aperto con il medico curante per monitorare la pressione sanguigna e apportare le necessarie modifiche al piano di trattamento.

Se tu o un tuo caro avete sintomi di ipotensione ortostatica, è importante consultare un medico per ottenere una valutazione accurata e un piano di gestione adeguato. 

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